I parcheggi peggiorano il problema del traffico, non lo risolvono
Apprendiamo preoccupati le dichiarazioni dell’amministrazione comunale circa l’avanzamento del progetto di parcheggio in zona Baia Flaminia e rinnoviamo la nostra richiesta di fermarsi per poter guardare ad una mobilità sostenibile e non centrata sullo spostamento privato in auto, che debba diventare la via da scegliere.
Le amministrazioni che stanno pianificando uno sviluppo urbano in linea con i problemi connessi all’emergenza climatica, strettamente correlata alla mobilità a motore, e alla riqualificazione degli spazi, hanno preso decisioni o stanno adottando scelte completamente diverse da quelle che stiamo vivendo a Pesaro.
Esempi che ci sembra possano essere studiati e approfonditi li possiamo trovare nel nord europa; ad esempio a Helsinki è stato deciso un percorso partecipato che porterà la città a emissioni zero entro il 2035 con un grande contributo dagli interventi orientati ad una nuova cultura della mobilità pubblica, elettrica e condivisa; Oslo che dal 2017 ha eliminato oltre 1.000 parcheggi stradali inseguendo una strategia “car free” dove le automobili private non potranno circolare. La mobilità è comunque garantita e possibile ma cambia in modo radicale la qualità e l’aspetto della città.
Molto più vicina alla nostra cultura e architettura è forse la città di Pontevedra, in Spagna. In questa città, per dimensione molto simile a Pesaro, in poco tempo si è passati da una situazione di pesante traffico ed inquinamento ad una città molto più vivibile e fruibile tramite l’allontanamento delle auto; qui i parcheggi sono stati tolti per far posto a grandi spazi pedonali o ciclabili, la mobilità privata a motore limitata quasi ovunque e ridotta a 30kmh. Si è riconosciuto che il traffico, fonte di rumore, inquinamento, cattiva qualità della vita in città era, in prevalenza, legato dalla ricerca di parcheggio. Le auto sono state allontanate limitando l’accesso, i parcheggi e la sosta.
Nelle varie esperienze e studi sulla mobilità riconosciamo le tendenze che sono dettate dai vincoli ambientali e climatici. La riduzione della mobilità privata a motore, la sostituzione del fossile con l’elettrico (da non intendersi come adesione al modello “auto elettrica”) e, come visione di medio lungo termine, la riduzione della necessità di spostamenti rendendo alcuni servizi fruibili in remoto, e offrendo possibilità di mobilità alternativa, condivisa e sostenibile.
La nostra città può essere facilmente percorsa in bicicletta o a piedi, sia per le distanze contenute sia per la sua natura prevalentemente pianeggiante: per questo la scelta di progettare nuovi parcheggi è sbagliata.
Lo stesso piano per la mobilità sostenibile del Comune non indica i parcheggi come strategia per la mobilità prossima futura, piuttosto, riconosce che ove ci sono parcheggi, le persone sono invogliate ad arrivare in auto. I parcheggi non risolvono neppure il problema del traffico, lo peggiorano.
La progettazione del Comune in materia di mobilità strategica ha prodotto negli anni molti risultati, che ci hanno fatto guadagnare posizioni nelle classifiche nazionali, ma è importante non adagiarsi sui risultati raggiunti e, ancora più strategico, immaginare un nuovo balzo verso la mobilità sostenibile che rispolveri anche le idee più interessanti che non sono mai state attuate. Pantano zona 30, progetto del 2003, sembra oggi un progetto pilota precursore della progettazione urbanistica di Pontevedra in Spagna che merita di essere ripreso in considerazione per altre zone della città le cui problematiche si intende risolvere creando dei parcheggi.
Il gruppo di lavoro “Manifesto Verde”, attivo da tempo, è in grado di proporre ipotesi coerenti con l’emergenza climatica, con attenzione alla qualità dell’aria, alla riqualificazione urbana, al miglioramento della qualità della vita nella nostra Città.
Le associazioni, gruppi, comitati, movimenti del territorio, chiedono agli amministratori, che i progetti enunciati possano essere ridiscussi in luogo della mera esecuzione di parcheggi, anche tramite un percorso partecipato che coinvolga le associazioni di categoria e che responsabilizzi e motivi la cittadinanza.